Siete in tanti (ehm… e da tempo) a chiedermi un articolo sul tema delle vaccinazioni. Ho esitato molto, perché il materiale in rete e sui libri specifici è già abbondante, e secondo me più che sufficiente per potersi fare un’opinione personale. Comunque sia, prendetevi un po’ del vostro prezioso tempo; questo post è lunghetto.

Modersohn-Becker - Mutter und Kind

Premessa

L’attuale visione scientifica ufficiale che sostiene che i germi causino da soli le malattie, è largamente deformante e restrittivo. Purtroppo il “nemico di turno” fa parte della nostra mente dualistica che divide solo fra buoni e cattivi, senza considerare ambiente, costituzione, circostanze; gli effetti sommatori dei nostri errori quotidiani.

Spostando il focus possiamo osservare che laddove si presentano sfavorevoli condizioni di vita, si generano le relative e specifiche patologie, che possono essere viste anche come “spie biologiche” dello squilibrio fra i due poli estremi della vita: il principio di costruzione e il principio di distruzione. L’intera materia vivente è tesa fra questi due principi; è una sorta di danza continua fra due poli complementari.

Nella società umana possiamo facilmente individuare due macro-gruppi; ognuno possiede specifici problemi di base (il cosiddetto terreno) che conducono in ultimo a gruppi di patologie altrettanto specifici o tipici. Perdonate le semplificazioni, ma a livello didattico a volte sono indispensabili.

paesi poveri
denutrizione – guerre – mancanza acqua potabile – inquinamento del suolo, delle acque, dell’aria, distruzione delle famiglie a causa di guerre e politiche devastanti… e la somma di tutto questo;

paesi ricchi:
abuso di cibo spazzatura – infanzia medicalizzata – vita in ambienti chiusi (luce artificiale) – inquinamento da civiltà consumistica – mancanza di movimento – impostazione mentale distruttiva (paura, stress, depressione) – alienazione della mente (videogiochi, giochi elettronici, televisione) – mentalità passiva, lamentosa e consumistica – eliminazione sistematica delle arti (mestieri) e non ultima mancanza di capacità di adattamento… e la somma di tutto questo.

Parlerò ovviamente solo nell’ambito del secondo punto, che è il nostro “terreno” qui in Italia (o in Europa se preferite), e nel quale siamo coinvolti tutti anche in prima persona (il mare è fatto di singole gocce).

Oggi le classiche malattie infantili (varicella, rosolia, morbillo, pertosse, parotite) sono state gradualmente definite “pericolose malattie infettive” e si promette il loro futuro sradicamento mondiale attraverso le vaccinazioni.

Il morbillo, tanto per fare un esempio, può essere senza dubbio una malattia grave per un bambino africano denutrito; come lo è anche per un bambino che prende 5-8 antibiotici e cortisonici, e anti-infiammatori a catena anno dopo anno; ne consegue che il vero problema non è il morbillo, bensì il terreno, la salute di base, la parte sana autonoma nel nostro corpo che deve affrontare una malattia come questa.

Bisogna sapere che le immuno-competenze migliori sono quelle auto-acquisite gradualmente; l’immunità è una sorta di “opera d’arte” che si acquisisce nell’arco degli anni, in particolare nei primi 7 anni di vita. Ne ho già parlato ampiamente in passato qui sul blog. Una visione medica di ampio respiro si basa appunto sul naturale e graduale auto-allenamento immunitario (le fondamenta della vostra casa-corpo) per una vita sana e forte; c’è però bisogno di un’adeguata conoscenza per affiancare questi passaggi di crescita verso il futuro adulto.

L’esplosione delle malattie croniche in Occidente, sempre in aumento, ha le sue radici principali nell’infanzia mal gestita e poi nella condotta e gestione medica e di vita malsana dell’adulto. Ci servono ricerche essenziali ed illuminanti sulle vere cause delle malattie, soprattutto croniche.
Tutto lo scibile umano possiede radici: abbiamo bisogno di una medicina che arrivi a indagare sulle vere radici dei problemi, per prevenirli e curarli, e comprenderli sempre meglio.

Chi crede in un mondo senza malattie dovrà rivolgersi al paradiso :-) Ne avremo sempre, e cambieranno; saranno lo specchio delle nostre culture e dis-culture, e della nostra civiltà, in movimento.

Vorrei cercare di impostare il discorso nel modo meno tecnico possibile, in modo da poter essere utile (spero) a chi desidera prendere una decisione consapevole in questo percorso difficilissimo.

Per semplificare, immaginiamo di trovarci in una sorta di pièce du théatr… con attori di vario tipo e grandezza. Ve li presenterò uno per uno, allo scopo di chiarirci al meglio le idee:

Virus e Batteri, il Lattante da vaccinare, i Genitori e i Nonni, il Pediatra e il Sistema Sanitario Nazionale, l’Industria Farmaceutica, lo Stato

Inizierò dai micro-protagonisti (Della natura dei microorganismi ho ampiamente parlato qui)

I germi: virus e batteri

Osserviamoli un attimo, senza emozioni, fanatismi e classificazioni: i germi sono parte integrante della vita, nel senso che senza di loro il nostro mondo non esisterebbe affatto. Madre Natura, o se preferite il buon Dio, ha inventato sostanzialmente due forme di vita (complementari): quelli che amano un mondo pulito (dove vige il flusso continuo) e quelli che amano le congestioni o se preferite “il marcio” (per esempio paludi e simili). Diciamo che a ognuno piace la propria casa, e che funzionano intimamente inter-connessi come, ad esempio, il giorno e la notte. Essi sono i lavoratori attivi e indispensabili del principio di costruzione e di distruzione, di crescita e di decrescita.

Moltissimi germi fanno parte di quelle forme di vita che adorano “il marcio” (ehm: il marcio per noi umani, il paradiso per i germi); nel senso che si moltiplicano quando il terreno è idoneo alla loro funzione vitale, per risanare, trasformare, e perfino collaborare in simbiosi (produrre, per esempio, vitamine nell’intestino). Ogni germe ha un terreno personale ideale, ma spesso si accontentano di un po’ di tutto, purché ci sia appunto del “marcio”, idealmente proteolitico (terreno fatto di proteine in decomposizione). Mi scuserete per la semplificazione estrema, ma a teatro a volte si deve esagerare per esaltare certe informazioni :-/

Sono proprio i germi che trasformano le foglie, che cadono in autunno, in humus, ottima base di crescita per i semi durante la primavera successiva. La nostra cara terra non conosce rifiuti e pattume proprio grazie a determinati micro-organismi, che lavorano come dei veri e propri “maestri della trasformazione” (metamorfosi). Senza germi la vita sarebbe impensabile!

In quest’ottica possiamo constatare che il nostro corpo è una sorta di “condominio”, di collaborazione simbiotica, e ripeto: tutto ciò che vive sulla terra è un immenso gioco di micro e mega simbiosi. Un’opera magna incredibile, una meraviglia di collaborazione per un fine ultimo: forme di vita superiori, *tutte*, comunque inter-dipendenti, come in un gigantesco puzzle tridimensionale. Infatti, si parla di Eco-Sistemi, che avete forse studiato a scuola. Questa sorta di danza della vita è regolata dalle sue regole dinamiche e adattative nel “perenne grande ballo”, che Eraclito definì Panta Rei.

Applicando tutto questo alla salute dell’uomo, possiamo tradurlo nella seguente immagine didattica:

Salute = flusso (corretto rapporto tra afflusso e deflusso del sistema corporeo)
da cui deriva per logica:
Malattia = stasi (congestione, cattivo flusso)

Questo come modello.

Malattia e salute sono intimamente e perennemente interconnessi: salute non significa assenza di malattia e viceversa. Flusso e congestione sono spesso co-presenti, l’importante è che il principio del flusso prevalga. Più di così non si può proprio semplificare, ma potete considerare questa immagine valida e applicabile in quasi tutte le patologie.

I germi si attivano quando trovano un terreno appetibile, laddove cioè si produce una stasi nel nostro corpo. Tradotto in termini essenziali questo avviene prevalentemente quando ci troviamo in una situazione di acidosi (intesa come acidosi connettivale; locale o generale) causata da una serie di errori nel proprio stile di vita: cattiva alimentazione, mancanza di movimento, deficit di luce solare naturale, infelicità, stress cronico, sonno carente o di scarsa qualità, ferite mal gestite, terapie immuno-soppressive, più o meno combinati insieme.

Riassumendo:
1.
i germi non sono dei piranha che vogliono invaderci, nuocerci o ucciderci;
2. i germi si moltiplicano *solo* se trovano un habitat a loro congeniale: mancanza di ossigeno, acidosi, proteolisi, cattivo flusso… il suddetto “marcio”, insomma;
3. i germi attivano sempre e di routine il sistema immunitario (la parte “bellica”, del nostro corpo) sia per difesa, ma anche per il suo regolare e indispensabile allenamento. Il sistema immunitario *perde le sue funzioni* se non allenato ritmicamente e regolarmente: un po’ come i soldati che giocano alla guerra per rimanere allenati e sempre pronti per le battaglie vere;
4. i germi muoiono se messi per esempio su una lastra di vetro in assenza di acqua e nutrimento; sono escluse le muffe, campioni assoluti di sopravvivenza, che si trasformano in spore (efficientissime capsule di salvataggio) e sopravvivono anche per millenni, come ad esempio l’Aspergillus niger delle mummie egiziane, che causò la morte di alcuni ricercatori dopo giorni e giorni che frugavano nelle tombe, respirando miliardi di spore, questo fatto entrò nella storia come la “maledizione dei Faraoni”;
5. la scienza ad oggi ha studiato e classificato moltissimi micro-organismi, ma nell’insieme non sono altro che la punta dell’iceberg. Ogni bicchiere di acqua di mare, per esempio, è pieno di forme virali ancora in attesa di classificazione (presenti naturalmente in natura e non a causa dell’inquinamento);
6. senza germi non esisterebbe alcuna forma di vita: sono quindi fra i mattoni intimi della vita in senso lato.

Passiamo ora al nostro baby-protagonista.

Il bambino che deve ricevere le vaccin-azioni

Il bambino che riceve le vaccinazioni è il protagonista indiscusso della nostra storia. È piccolissimo: ha appena 3 mesi di vita, a volte addirittura meno. Non ha ancora competenze particolari; per ora dovrebbe soltanto crescere, crescere, crescere, quindi: mangiare-dormire, mangiare–dormire, e via dicendo. Il suo sistema immunitario è ancora molto, ma proprio molto immaturo. Ma c’è la sua mamma a provvedere, che con il suo latte gli trasmette tutta la sua personale esperienza immunitaria acquisita. Questo “ombrello di mamma” dura circa per un periodo di 8-10, o più, mesi: la natura gioca anche qui sulla sicurezza.

Oggigiorno purtroppo questa esperienza materna è incompleta o parziale, essendo stata anch’essa vaccinata: proprio a causa dei vaccini non possiede tutti gli anticorpi, soprattutto quelli delle classiche malattie infantili: varicella, pertosse, rosolia, scarlattina, parotite, morbillo. Questo non è affatto positivo né vantaggioso, perché sotto l’anno di vita queste malattie possono essere anche pericolose o comunque pesanti.

Finché il nostro bimbo non gattona, la mamma lo tiene quasi sempre con sé (o chi per lei), lo pulisce e lo accudisce. Mi piace chiamare questa fase di crescita il “periodo del sacco del canguro”: una specie di utero allargato nel quale si ha una limitata esposizione ai germi; ci sono giusto quelli dei baci e bacetti dei famigliari più stretti.

Poi, verso i 6-7 mesi, chi prima chi dopo, comincia a gattonare; a questo punto inizia la fase che potremmo chiamare anche di “auto-vaccinazione”, nel senso che mette *di tutto* in bocca senza distinzioni, e con un’incredibile faccia tosta e indifferenza verso i sapori più astrusi. Perfino al pezzo di “cacca di cane seccata al sole” non viene negata la leccatina (brrrr…). A quanto pare nulla “fa schifo”, quel che conta è portarlo alla bocca e dargli almeno un’assaggiatina.

Se ragioniamo senza emozioni su questa fase, possiamo capire quanto sia sensata: il bambino assume piccolissime quantità di “sporco” (germi, chiamati anche antigeni) e li trasporta nel posto giusto: cioè nell’intestino, il quale è dotato di almeno tre quarti delle immuno-competenze e quindi luogo di primissima linea di immuno-training.

Non conosco i dati nel bambino, ma l’intestino di un adulto ha circa 200 metri quadri di superficie: un gigantesco tappeto di mucosa e di flora intestinale che svolge il suo quotidiano compito attivo di immuno-difesa e immuno-modulazione verso il mondo che entra nel nostro corpo, soprattutto attraverso il cibo e quello che il nostro bambino porta alla bocca per leccarlo, appunto, con una sorta di “gesto primordiale”.

A quanto pare il “principio di vaccinazione” esiste fin dalla notte dei tempi, e si esplica introducendo piccole dosi di germi nel corpo, in questo caso attraverso l’intestino, l’unico luogo che è stato concepito durante l’evoluzione che si è svolta nell’arco di millenni per affrontare questa immensa funzione indispensabile: attivare e ri-attivare ciclicamente le proprie difese immunitarie verso “l’altro”, che in medicina si chiama “non-self”, cioè il “non-nostro”, quindi se volete il “nemico”; da neutralizzare appunto.

Riassumo: la maggior parte dell’attivazione delle immuno-competenze avviene lungo la parete intestinale, appositamente attrezzata. Mi fermo con queste pochissime indicazioni di massima: l’argomento è piuttosto complesso. Chi volesse approfondire, può leggere qui.

Le immunocompetenze di un bambino di 3 mesi sono ancora del tutto immature ed inesperte; proprio per questo motivo, e perché non ha ancora svolto la sua naturale auto-attivazione immunitaria attraverso l’intestino, il bimbo viene naturalmente protetto attraverso il latte materno.

Documentatevi qui sulle sostanze contenute in una fiala di vaccino; è un breve capitolo dal libro: “Le vaccinazioni pediatriche” del Dottor Roberto Gava, autorevole esperto e critico in materia di vaccinazioni.

Insomma, è così che a soli 3 mesi di vita inneschiamo un atto di immuno-stress super-anticipatorio; un po’ come se facessimo rotolare una palla da calcio verso il rampollo, nella speranza che gli dia un bel calcio di parata… il piccolo nemmeno è in grado di gattonare! Oppure come se gli mettessimo una cuffia nelle orecchie con voci di tante lingue diverse sperando che parli prima e ovviamente diventi poliglotta.

Ci sono bambini che sviluppano (di solito dopo il 2° o 3° vaccino) reazioni “calde” locali (rossore-infiammazione); oppure generali con febbre più o meno alta: si tratta di bambini che hanno il sistema immunitario già piuttosto reattivo, magari ancora in erba, ma reattivo, e personalmente, fra tutte le reazioni avverse, sono quelle che preferisco. Se in questi casi somministriamo anti-infiammatori o antipiretici, non facciamo null’altro che una sorta di “cosmesi” dei sintomi: in realtà imbavagliamo il sistema immunitario, cioè lo raffreddiamo e quindi lo rendiamo sicuramente meno efficiente.

Non dico di non abbassare in nessun caso la febbre, o di non utilizzare mai anti-infiammatori, naturali o chimici che siano; in linea di massima però gli antipiretici sono dei “cosmetici” per i sintomi (i quali, invece, ci segnalano il reale stato delle cose) oltre a non essere per nulla innocui, specie per il fegato, su cui gravano anche per accumulo. Se non lo conoscete ancora leggetevi il mio post sull’utilità della febbre.

Altri bimbi possono avere reazioni del tutto opposte, cioè di tipo “freddo”: insonnia, urla, ritardi motori, arresti di crescita, disordini ormonali, sindromi autoimmuni. Le statistiche dicono che sono rare (e ci mancherebbe che fossero anche frequenti), ma esistono purtroppo, e ne ho viste veramente tante in questi anni; francamente ai genitori a cui sono capitate non interessano le statistiche.

Ho notato comunque che, nel caso di danni da post-vaccino, c’è spesso a monte la seguente infelice combinazione:

1. si vaccina molto presto (a 2-3 mesi di età);
2. il bambino è allattato solo artificialmente;
3. il bambino prende presto e frequentemente farmaci anche per affezioni banali;
4. la madre (di solito è proprio lei) nota dopo le prime vaccinazioni piccole differenze nel sonno o nel comportamento del bambino, che però non vengono prese seriamente in considerazione, e si procede con il calendario e le dosi successive;
5. si vaccina in fase di “convalescenza” dopo una patologia importante. La convalescenza ha perso la sua funzione fondamentale (ripristino autonomo e graduale delle proprie forze). Il bambino viene dichiarato guarito in assenza di sintomi. In passato la convalescenza era sacra, soprattutto per i bambini;
5. si somministrano tutti i vaccini, sia quelli obbligatori che quelli facoltativi, a calendario serrato (tutto il prima possibile).

Questi cinque punti rappresentano a mio avviso una combinazione potenzialmente pericolosa; solo valutazioni mediche accurate, attente e ad personam possono rendere conto del giusto procedere ultra-delicato. Trovo irresponsabile l’approccio standard e consueto. La regola d’oro sarebbe che ogni singolo caso andasse ragionato e valutato comunque e sempre a sé, naturalmente insieme ai genitori.

Abbiamo urgentemente bisogno di tornare al buon senso, che include esperienza, scienza e spirito umanistico di condivisione delle decisioni da prendere. Un essere umano ha risorse e capacità individuali innate, e/o nel tempo acquisite, come del resto ogni altro essere vivente sulla terra e nella società, come i polli, le mucche, e perfino i topi da laboratorio. Che non sono uguali nemmeno loro.

Tempo fa un’anziana contadina mi disse che una delle sue mucche dal carattere nervoso, e aggressiva, reagiva sempre meglio alle malattie rispetto a quelle più miti e con un carattere sul depresso. Formulate voi stessi le vostre considerazioni.

Queste nozioni di cui sopra le conosce ogni medico dopo un po’ di anni di esperienza, se ha voglia e la consuetudine di osservare e tenere conto anche del carattere e delle abitudini del singolo malato e non solo della sua “patologia.

I genitori e i nonni

Ahhh, che capitolo spinoso. Di solito i familiari sono di opinioni contrastanti sulla questione delle vaccinazioni, e questo non facilita certo le decisioni da prendere. Nel mio ambulatorio vengono persone che vogliono sentire un altro (di solito il terzo) parere.

Negli anni ho osservato ogni tipo di disaccordo nelle famiglie: la classica “costellazione” è che i nonni farebbero anche il vaccino contro brufoli e pidocchi; direi a causa dell’impatto/influenza della televisione, il grande amplificatore delle paure e delle verità di turno.

Quando i genitori mi chiedono se vaccinare o meno, consiglio loro di informarsi accuratamente (partecipando a conferenze sul tema, leggendo libri, andando in rete, chiedendo spiegazioni agli esperti, medici di varie impostazioni eccetera); di ragionare, di studiare l’argomento a 360°, prendersi del tempo per riflettere e ragionare, affrontare le proprie ansie, farsi magari qualche notte insonne; insomma di operare una scelta ragionata e consapevole.
Personalmente consiglio di aspettare almeno l’anno di età, perché il bambino è più forte e il sistema nervoso e immunitario è un bel po’ più maturo.
Del resto è comunque corretto e sensato che i genitori decidano in cuor loro solo dopo essersi informati molto bene, nello stesso modo in cui si decide se comprare o meno una bicicletta, una fionda, o mandare il figlio in gita con i boyscouts, o lasciarlo arrampicarsi su un albero.

L’importante è essere ben coscienti che chi firma, conferma le proprie responsabilità, come in banca quando si sottoscrive un contratto per il mutuo. A pensarci, la situazione ha dell’assurdo: lo Stato obbliga, il pediatra consiglia (e spesso minaccia, se vengono espressi dei dubbi), il genitore firma; e se succede qualcosa non è colpa di nessuno, oppure si dà volentieri la colpa a qualche “gene cattivo”, “attivato” dalla vaccinazione.

Che altro dirvi! Negli anni di ambulatorio ho notato che le persone che decidono di rifiutare le vaccinazioni fanno anche altre scelte oculate; svezzamento e alimentazione naturale e biologica, scelte intelligenti per il tipo di giochi e gestione del tempo libero (all’aperto), scelte scolastiche impostate sulla ricerca dei propri talenti (scuola montessoriana, antroposofica, scuola parentale), vita familiare semplice ma condivisa, eliminazione di televisione, videogiochi e simili, vacanze basic (all’aperto) tipo campeggio, agriturismi, trekking e simili. Come si può immaginare questi bambini sono forti, intelligenti, reattivi e attivamente sani. La somma delle singole cose fa la differenza.

Il pediatra e il sistema sanitario

Il pediatra ha sempre meno possibilità di scelta: applica protocolli, ha (purtroppo) spesso pochissimo tempo (anche per sentire/leggere altre posizioni), è stressato, frustrato, magari perfino preoccupato; e se in passato c’erano parecchie differenze di approccio tra un pediatra e l’altro oggi sono (per forza) piuttosto allineati con i protocolli del sistema sanitario di cui appunto fanno parte.
Queste personali considerazioni derivano da chiacchierate con colleghi, magari a cena o durante qualche seminario; certamente non ho sotto mano dati statistici sulla felicità professionale dei medici pediatri del sistema sanitario nazionale (metto le mani avanti: c’è sempre chi mi chiede la statistica delle mie affermazioni).

Una cosa è certa: la medicina accademica si è trasformata in una macchina gigantesca piena di protocolli e controllori. E l’ars medica dove si colloca? Non viene praticamente più insegnata, ahimè. Anche se non è sparita del tutto, grazie al cielo.

L’industria farmaceutica

Sappiamo tutti che l’industria farmaceutica è come un gigante con infinite teste. È costituita da aziende, e come tutte le aziende vogliono ottenere profitto. In termini economici il malato cronico è il miglior carburante (cliente ideale) per un sistema che si basa sui soldi.
Se entriamo in un qualsiasi ospedale, il 60-70% (forse anche di più) dei pazienti ricoverati potrebbero stare molto meglio o addirittura guarire cambiando semplicemente e profondamente il loro stile di vita; ma chi paga il tempo al medico per invitarli a fare questo? Non bastano certamente fotocopie con dei consigli pre-impostati.

Prima ancora di recarvi in farmacia o in erboristeria, ricordatevi che la salute si conquista con l’impegno e la volontà; con il movimento all’aperto, l’alimentazione sana, e un modus pensandi e agendi equilibrato e propositivo. Siamo spesso troppo pigri e magari anche sconfortati, spaventati, stanchi, frettolosi e abitudinari (tremendamente abitudinari direi), ed è più facile e veloce mandare giù una medicina sintomatica; e poi ovviamente dare la colpa ai germi, agli allergeni e ai geni, piuttosto che impegnarci in prima persona in una ricerca sulla nostra salute, che rappresenta un processo dinamico, continuo. Conoscitivo ed evolutivo.

Spesso i genitori mi dicono che “hanno preso il virus” dal figlioletto, che a sua volta lo ha preso all’asilo. E allora rispondo loro che la causa è probabilmente ben di altro genere: non dormire bene la notte da almeno 4-5 anni e non passare una sola domenica sul divano a “far niente”. Poi il germe magari fa il resto!

Lo Stato

Secondo il mio sentire e ragionare la partecipazione dello Stato alla salute dei suoi cittadini dovrebbe manifestarsi attraverso i seguenti punti:

  • Creare e promuovere ambienti sani, verdi, puliti, non inquinati;
  • gestire e costruire scuole sane, spaziose, dove si apprende (termine che deriva da prendere! con le mani) tutto quello che serve per diventare adulti sani, autonomi, equilibrati, consapevoli, felici e responsabili;
  • lo stato dovrebbe tutelare la famiglia e soprattutto le madri, che dovrebbero per esempio poter rimanere a casa quando un bambino è malato senza doverlo riempire di farmaci sintomatici e mandarlo al nido guarito solo a metà, soltanto perché rischiano di perdere il lavoro, o giorni di ferie.

A questo punto permettetemi una piccola fantasia eloquente: se i politici, per una strana variante evolutiva-biologica, facessero i figli, immaginate le leggi che verrebbero emesse all’istante per tutelare questo “importante compito”: fare i figli per la società, i futuri cittadini, che pagheranno un giorno le tasse e gli stipendi dei suddetti. Ci sarebbero ferie (retribuite) per tutta la durata della gravidanza, e sicuramente per un lungo periodo post-parto, premi per ogni figlio, e via immaginando! Ho usato questa immagine per tagliare corto sull’argomento; siamo tristemente lontani da proposte umanamente ed eticamente ragionevoli.

Per fortuna c’è chi dà comunque il meglio di sé: sono insegnanti e ricercatori di tutte le discipline; idealisti consapevoli innamorati della vita e delle sue varietà. Sono attivi per esempio nell’educazione parentale, in progetti di bimbi-trekking, giochi veri e all’aperto (e non “ammazza-tempo”); nell’educazione sull’alimentazione, sull’abitare e sul vivere sostenibile.

Si chiude il sipario del nostro teatrino virtuale; l’interazione fra i protagonisti rimane aperta: ognuno di noi costruirà il proprio piéce du teatre. Se siete arrivati fino qui, grazie della condivisione; per approfondire tanti altri aspetti potete consultare qualcuno dei link che vi metto qui di seguito; il materiale è moltissimo, purtroppo, ma la mole di ciò che c’è da sapere non deve spaventarvi. Organizzate magari qualche serata collettiva di full immersion, affrontate con lucidità e con maggiori conoscenze le vostre paure. Ricordate la matematica? Finché non la si conosce bene, o almeno benino, ci fa paura. Lasciate poi decantare le vostre domande, paure e ricerche per un po’ di tempo. Se riuscite, appellatevi anche all’intelligenza del vostro cuore. Il cuore ha un’intelligenza del tutto particolare, che dobbiamo ancora comprendere, ma soprattutto bisogna sperimentarla in prima persona fino in fondo. A mio avviso il cuore coniuga il cervello (ratio) con la profondità della “pancia” (istinto, intuito): ne risulta una competenza e consapevolezza più ampia, che tutela la vita in senso lato, e ci fa crescere come esseri spirituali.

L’uomo è molto di più di una mera persona in carriera che non si deve ammalare mai. Come ho già sottolineato all’inizio, la salute non è la semplice assenza di malattia, o esami ematici alterati; ma piuttosto un principio dinamico, interattivo che va guadagnato con impegno e responsabilità. In questa ottica la nostra salute rappresenta un’oculata scelta quotidiana.

La scienza è conoscenza organizzata
La saggezza è vita organizzata

Immanuel Kant

link critici verso le vaccinazioni:

Eugenio Serravalle
Roberto Gava
Comilva
Alister
Edizioni Salus
Gruppo Assis
Bambino naturale
Tremante
Condav
Corvelva
info vaccini
Vaccinare informati

autismovaccini