Siamo nel pieno periodo dell’Avvento, 24 giorni di introspezione, revisione, ascolto e se vi piace potremmo chiamarlo semplicemente spazio sacro… e non importa che accendiate le candele, anche se una bella candela di cera d’api ci può guidare a rallentare e a guardarci un po’ dentro.

Per madre natura siamo nel pieno del suo ritmico periodo di riposo: le campagne sono ferme, gli alberi hanno lasciato quasi tutte le foglie e i loro scenografici scheletri attendono con naturale pazienza la loro eterna ricorrente esplosione della primavera.

E noi?
C’è chi fa finta che tutto sia come sempre: lavoro, scuola, serate davanti alla tv… Poi c’è chi accende le già citate candeline, chi va a letto un po’ prima, chi si butta sugli integratori o sotto le lampade solari. E c’è pure chi scrive cose più tristi del solito (al di là della nostra cosiddetta “crisi”).

Per me a novembre inizia il periodo della “svolta”: non ho voglia di uscire, preferisco un buon libro sul divano con una tisana bollente. Mi si attenua pure la voglia di scrivere di virus e batteri, di febbri, di problemi gravi e di problemi di stagione, e sviluppo anche un profondo disprezzo per i litigi.
Come avrete notato l’ultimo mio post risale a… mezza epoca fa!

Oggi vorrei condividere con voi un piccolo metodo che utilizzo per trovare delle soluzioni creative e innovative laddove si tenderebbe, invece, per abitudine a ragionare in “concorrenza”, quindi con il solito approccio dualistico: A contro B. Sempre secondo la massima consueta del dover decidere fra due soluzioni alternative.

A scuola abbiamo tutti imparato che 1+1=2. Questo senza dubbio è vero se applicato a due viti, a due mele, o a due porte. Ma se andate oltre, questo calcolo vale innanzitutto per la materia *non* animata (che non muta facilmente), oppure anche per le cose animate, ma viste solo in una frazione di tempo (il momento del conteggio), senza considerare cosa succede se interagiscono fra loro.

Sono ben lontana dal voler discutere qui di matematica (mostro sacro!), ma la uso a modo mio in maniera semplificata per farvi ragionare diversamente da ciò che sono i cosiddetti “dati assoluti” (tanto, tanto cari al modus pensandi scientifico).

Così 2 conigli sono effettivamente 2 conigli, ma se sono di sesso opposto “1+1=tanti”, e diventa realtà in men che non si dica!

Se 2 bambini sono oggettivamente “2 bambini”, questo calcolo è corretto se non valutiamo il fattore tempo. Due giovanotti possono, per esempio, rubare le noci, perché il più leggero va sulle spalle del più forte e via con la marachella. Un uomo e una donna sono sì “2 persone”, ma se fanno l’amore può saltar fuori 1 figliolo o più di uno (ma nel “più” vincono i conigli!) e la loro vita non sarà mai più quella di prima!

Immaginiamo 2 amici: uno creativo un po’ matto, e l’altro razionale fino alle ossa. Se fanno valere la loro amicizia possono realizzare quello che vogliono, perché la carta vincente nella vita è lo sposalizio fra idee creative e le capacità di analisi (l’ho imparato da Max Luscher… un genio!). Siccome è difficile possedere entrambe le caratteristiche, ci si accorda in due, per concretizzare un’idea, un progetto, un’invenzione.

E ancora un altro esempio concreto: supponiamo una diagnosi medica “grave” in una persona adulta, e immaginiamo come la sua parte sana agisce/interagisce sulla parte malata o squilibrata, e tutto questo lo attua a livello fisico, energetico, emozionale e razionale.

In pratica significa consultare dei medici, farsi spiegare, confrontare, studiare, prendere infine decisioni in accordo con la propria parte emotiva, e via dicendo.

Da tutto ciò può nascere una “nuova sostanza” che appartiene alla dimensione creativa, che nel caso più nobile determina che la persona guarisca attraverso un percorso tutto suo e che divenga quindi un’altra persona: più matura, più consapevole, arricchita da questa esperienza, e dalle sue decisioni. Diventando più umana, si potrebbe dire; inteso nel senso che una delle nostre capacità più nobili è indubbiamente la capacità creativa (e qui non mi riferisco agli addobbi dell’albero di Natale).

In molte situazioni pensiamo che il nostro modus pensandi sia l’unica soluzione, ovvero l’unico punto di vista esistente. Per esempio siamo abituati a dire che una persona è deceduta per una determinata patologia, ma sosterremmo una cosa altrettanto giusta se dicessimo che la sua parte sana ha ceduto a compensare la sua parte malata.

Nei reparti di rianimazione, infatti, a volte si dice che “La morte sopraggiunge in un bagno di acidi”. Ciò significa che la morte si concretizza quando l’equilibrio acido-basico pende verso
l’acidosi metabolica (esiste anche il caso contrario, cioè il decesso per “alcalosi”, ma è molto, molto più raro).

Molti di voi conoscono già l’importanza dell’equilibrio acido/base, che sono un po’ come lo Yin e lo Yang del Tao, e sapete pure che ciò che conta è lo scambio ritmico fra questi due poli; la vita in fondo è una sorta di ballo tra forze apparentemente opposte.

“Morire per malattia” oppure “per cedimento della salute” potrebbe sembrare un assurdo esercizio intellettivo, ma osservandolo meglio ci apre un curiosissimo spazio per altre visioni amplificate.

Delegare per esempio la guarigione di qualsiasi malattia a una medicina di sintesi, oppure a un rimedio naturale, applica in fondo il medesimo errore: che la guarigione avvenga da fuori, dall’esterno.
Quasi tutti abbiamo avvertito nella nostra cara pancia (cioè nel cervello arcaico) che le nostre malattie hanno a che fare con il nostro modo di essere, vivere, ragionare, sentire. Eppure accettiamo con impressionante facilità soluzioni esterne, spesso purtroppo per la tanto declamata mancanza di tempo e una pressante pubblicità, che ci spiega con ogni mezzo quanto rischiamo ogni volta che il nostro corpo si ammala.

Penso comunque fermamente che le due visioni si debbano spalleggiare attraverso una collaborazione intelligente, ma soprattutto ad personam, e approfitto in questa sede per dire che non comprendo l’applicazione di protocolli terapeutici rigidi (terapia uguale per tutti una volta definito la diagnosi), metodi senza dubbio utili per fare una bella statistica per il prossimo congresso, ma chiediamoci chi è il beneficiario di una tale pratica.

Qualcuno vuole, poi, ancora dividere le malattie in somatiche e psicosomatiche! Ovvero: se non si trova la causa (esami sballati) sono psicosomatiche… ma qui non mi dilungo, e taglio.

Trovo poi altrettanto inutile il continuo litigare fra medicina cosidetta scientifica (approccio oggettivo alla patologia, chiamata evidence based medicine) e medicina cosidetta naturale (approccio al soggetto e alla sua soggettività individuale): è semplicemente una grandissima perdita di tempo per tutti!

Sarebbe molto meglio collaborare per il bene dei pazienti, ma pure dei dottori, che prima o poi si trovano pazienti anche loro.

Urge ad esempio una Facoltà interdisciplinare che si occupi seriamente dello Studio delle Guarigioni “fuori Regola” (i cosiddetti miracoli), per scovare magari i segreti dell’anima della guarigione, o altri trucchi di madre natura (ridere, per esempio, come è successo a Cousins: il suo interessantissimo libro, nel quale spiega anche il bellissimo rapporto con il suo medico di fiducia, che collabora alle sue strane conclusioni personali, purtroppo non è più disponibile in lingua italiana).

Sono convinta che questi studi ci farebbero fare dei salti da gigante per creare le fondamenta solide di una Grande Medicina Umanistica.
Penso anche che in ogni medico è nascosto un paziente e che in ogni paziente è nascosto un medico; e qui parlo per esperienza personale.

Cosa c’entra tutto questo con il 3, vi domanderete?
Adesso ci arrivo, abbiate pazienza!

Avete presente quando si dice: “Non c’è due senza tre”?
Il 3 ha in sé il frutto del principio dell’insieme, della fertilizzazione reciproca e del principio creativo.

Pensate un attimo alla vostra gamba (al polpaccio) e alla coscia: se non ci fosse il ginocchio (terzo elemento) non si camminerebbe e non si andrebbe da nessuna parte! Nella sua capsula i due capi ossei si congiungono per creare la base dell’articolazione, che ci permette meravigliosi movimenti mentre balliamo. Oppure pensate al nostro piede in rapporto alla gamba: sempre relazionati da un’articolazione! Sì, il 3 simboleggia l’unità funzionale, ovunque, come ad esempio quella tra arterie-capillari-vene, dove il capillare rappresenta l’essenza del vaso: la nutrizione dei tessuti. Pensate ai muscoli e all’osso che senza i tendini (terzo elemento) non potrebbero funzionare!
Pensate anche al polo positivo e al polo negativo che creano l’elettricità.

Poi pensate alla triade della nostra età: giovinezza-vita adulta-terza età; oppure ancora alle tre età biologiche nella donna: prefertilità-anni fertili-menopausa.
Pensate anche ai misteriosi tre Re Magi, oppure alle tre Streghe delle favole e della mitologia, e ancora ai difficilissimi tre Desideri nelle favole.
E certamente non possiamo tralasciare la nostra venerata Trinità.
Il 3 è in sostanza il simbolo che supera il dualismo, e ognuno di noi può attivare la sua potenza.

Passiamo ora a qualche piccolo esempio concreto.
Lavorate in un ufficio sul computer e spostate dati da un luogo virtuale a un altro (tanto per dare l’idea). Ma in realtà sognate di fare la pittrice/il pittore a Parigi.

In psicologia potremmo chiamare questa situazione un conflitto esistenziale. Stare fino a 67 anni di età in un ufficio e sognare di fare la pittrice (e/o il pittore) non è male come… ottimo metodo per rovinarsi la salute! Se fra quello che fate e quello che sognate/pensate/desiderate ci passa lo spazio di un oceano, date del filo da torcere al vostro sistema immunitario, al vostro sistema energetico, a quello emozionale e pure alla vostra autostima.
In ambulatorio mi permetto a volte di staccare la mia cosiddetta ricetta-costo zero: “Godersi la vita almeno tre volte al dì” (…ops, un altro 3!).

Tutto questo discorsone per spiegarvi che vorrei invitarvi a far sposare i vostri lati apparentemente inconciliabili.

Pensate all’esempio di prima: nel vostro tempo libero (basta spegnere la Tv) impegnatevi a dipingere con costanza e molta determinazione (!), così attivate la formula quasi magica “Chi cerca trova”.

Certamente non dovrete fare i timidoni; fate vedere, mostrate le vostre opere ad altri, non temete critiche (tanto i gusti non sono standard). Confrontatevi invece con voi stessi (come dipingevo un anno fa). Portate le vostre opere in ufficio (mal che vada solo le foto), abbiate il coraggio di essere diversi; magari in molti vi guarderanno storto, ma qualcuno sarà certamente contento, e avrete pure un alleato. Poi fate qualche viaggio a Parigi, tanto per ispirarvi e godervi una meravigliosa città.

Lamentarsi degli altri non porta a nulla, anzi tutto rimarrà uguale, se non peggio. Cambiate voi stessi e intorno a voi si materializzeranno opportunità nuove. Non parlo per teoria, ma per mie esperienze personali e apprese da altri.

La bellezza di quando si chiacchiera per una o due ore con un/una paziente è che si impara dalle esperienze altrui: una fonte inesauribile di vere vite vissute!

La Facoltà di Medicina all’Università mi ha insegnato tante parole e tante definizioni, ma la capacità di comporre ed elaborare frasi/consigli veramente utili la devo in gran parte ai miei pazienti; ovvero la teoria in tanti anni si è sposata con la vita vera, e ne ho ricavato mille consigli efficaci e fruttuosi.

In questo luogo virtuale desidero esprimere la mia più sentita gratitudine a tutti coloro che mi hanno fatto condividere i riflessi della loro anima e delle loro esperienze di vita!

Possiamo ora riassumere il tutto con un semplicissimo disegno:

Due cerchi sovrapposti creano uno spazio comune, che rappresenta il terzo elemento: forse qualcuno di voi ci riconosce la vesica piscis, antichissimo simbolo sacro. ( )

Qui ho scelto un cerchio rosso (azione, espansivo, energico, caldo, Yang, principio maschile) che si sposa con un cerchio blu (passivo, riflessivo, centripeto, freddo, Yin, principio femminile). Ne risulta il colore viola se pende verso il colore blu, e il ciclamino se pende verso il colore rosso.

Trovo incredibile questo fatto: non esiste il perfetto 50%/50% (e quindi assoluto) colore misto fra rosso e blu! Può sembrare una banalità, ma credo che non lo sia affatto. Anzi ci segnala simbolicamente il moto continuo fra i due principi (maschile-femminile).

Questo fatto l’ho imparato quando ho seguito gli studi alla facoltà di Ingegneria Tessile in Germania (non conclusa a causa del mio trasferimento in Italia): quando si aggiunge a una soluzione rossa goccia per goccia il colore blu, risultano inizialmente tante sfumature di ciclamino, poi si passa direttamente, “di scatto”, al colore viola. Sia il ciclamino che il viola mantengono la segnatura della loro origine: il rosso è la madre del ciclamino e il blu quella del viola.

Qui mi viene in mente una curiosa metafora sulla coppia felice: due alberi che crescono uno accanto all’altro senza farsi ombra (e le radici affondate nella stessa terra).

Se mescolate invece il giallo+il blu, diventa verde, un colore completamente nuovo e a sè stante, ed è pure il colore più statico nella Psicologia del Colore secondo Luescher (un genio, e lo ripeto appositamente; proprio pochi anni fa ha concepito delle regole etiche basandosi sulle leggi dei colori).

Ricordiamoci comunque i colori primari: sono soltanto 3 (e vai!! Un’altra segnatura del tre!!): giallo, rosso e blu. Quando ci si addentra nei colori e nei simboli, si apre un universo di conoscenze…

Fate le vostre ricerche… Vi arricchirete e andrete ben oltre la mera materia.

In ultimo vi elenco ancora qualche semplice esempio per darvi l’ultima spinta per tuffarvi nel Mondo del 3.
Ricordatevi che le soluzioni proposte non sono intese come assolute.
Ottimi aiutanti per la vostra ricerca sono comunque la curiosità, la gioia della scoperta e il non giudizio :-)

Bello/Brutto
terza visione: ricerca della vera bellezza, per esempio come la si intende in Giappone nel Wabi-Sabi;
Lavoro/Vacanza
terza visione: godersi la vita in ogni momento…, qualcuno lo chiama “il dio delle piccole gioie”;
Magro/Grasso
terza visione: sentirsi bene nel proprio corpo e applicarsi al meglio;
Malato/Sano
terza visione: imparare il linguaggio del corpo (consapevolezza);
Buono/Cattivo
terza visione: imparare/indagare la catena causale/comprendere per modificare.
Ricco/Povero
terza visione: stabilire l’unità in comune: ricchi o poveri di denaro, di animo, di spirito, di amore; osservare i frutti che si raccolgono nel tempo (si raccoglie ciò che si semina);
Carnivoro/Vegetariano
terza visione: rispetto delle scelte personali.
Squadra A / Squadra B
terza visione: giocare per il puro gusto del gioco, consapevoli che chi vince oggi perde quasi sicuramente domani, quindi che non ci si dia delle arie.
Pensare positivo/pensare negativo
terza visione: via dal bianco e nero, e pensare colorato!

Come chiudere questo post pre-natalizio?
Stamattina una mia cara amica mi ha citato una frase di Pierre Tailhard de Chardin, che condivido molto volentieri con voi. Andate a vedere il suo luogo virtuale e immergetevici con il cuore.

“Noi non siamo essere umani che vivono un’esperienza spirituale, ma esseri spirituali che vivono un’esperienza umana”.